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Gli appalti pubblici e le proposte di riforma dell’AGCM

21 APRILE 2021

Il dibattito sui futuri scenari normativi per la regolazione del sistema del public-procurement si è inevitabilmente riacceso con l’insediamento del nuovo Governo Draghi, mentre ancora più di recente un rinnovato impulso è giunto dalla segnalazione, inviata dal presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Roberto Rustichelli, al Presidente del Consiglio dei Ministri, contenente le proprie proposte ai fini del disegno di legge per la concorrenza.

Gli appalti pubblici, osserva l’Autorità, rappresentano circa il 13% del PIL dell’Unione europea e l’11% di quello italiano, livelli destinati ad aumentare a seguito degli investimenti pubblici in programmazione per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia in corso. In Italia, la spesa pubblica canalizzata attraverso i contratti pubblici è pari a circa il 20% del totale e tale quota si accrescerà nel prossimo futuro. La disciplina degli appalti riveste, dunque, un ruolo cruciale nell’ambito del piano di crescita e di sviluppo economico da attuare attraverso i fondi del programma europeo Next Generation EU, poiché costituisce la cinghia di trasmissione degli interventi pubblici all’economia reale, rappresentando un volano indispensabile ai fini del successo delle politiche macroeconomiche espansive da implementare in futuro. Per questa ragione e tenuto conto della complessità della disciplina contenuta nel Codice dei contratti pubblici, osserva il Presidente Rustichelli, una riforma del settore degli appalti, volta a modernizzare e semplificare le regole e le procedure applicabili, deve essere inclusa tra gli obiettivi strategici ai fini del rilancio dell’economia e dell’attivazione degli investimenti.

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