Coronavirus: il Ministero del Lavoro promuove lo smart working
Il nuovo D.P.C.M. in attuazione del decreto sul Covid-19 favorisce il ricorso al lavoro agile
28 FEBBRAIO 2020
Tra le misure volte ad affrontare la diffusione del Covid-19 (nuovo coronavirus) lo smart working è sicuramente una delle opzioni più discusse e quotate. Infatti, il relativo D.P.C.M. all’art. 2 prevede un’estensione fino al 15 marzo per l’accesso al lavoro agile.
La modalità alternativa di lavoro di cui agli artt. da 18 a 23 della l. 81/2017 è applicabile per i datori che operano in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria. Per allentare le formalità burocratica, è possibile l’assolvimento degli obblighi informativi di cui all’art. 22 della legge sopraccitata in via telematica, ricorrendo alla documentazione presente sul sito dell’INAIL.
La previsione normativa include anche i dipendenti ivi residenti o domiciliati che svolgano attività lavorativa al di fuori di questi territori, e si estende ad ogni rapporto di lavoro subordinato pur senza predisposizione di accordi individuali.